Da piccolo la mamma diceva che mi aveva portato la cicogna ma non le ho mai realmente creduto. Dopo che mi aveva ingannato sull’esistenza di Babbo Natale, la sua credibilità aveva subito un grave contraccolpo. Quando ho scoperto che era arrivata incinta al suo matrimonio, ho intuito che la cicogna non c’entrava niente: la responsabilità era da attribuire a ben altro tipo di uccello.
L’inconscia consapevolezza di essere venuto al mondo per puro caso ha probabilmente contribuito a rafforzare in me la convinzione che la casualità domina incontrastata il mondo. È forse proprio per questo che sono un convinto ateo praticante. Non credo in niente e in nessuno, soprattutto in me stesso. Figuriamoci in sciocche divinità dai nomi buffi che trascorrono il tempo a creare mondi e persone con uno scopo ben preciso.
“Grazie a Dio sono ateo”.
Luis Bunuel
Quando facevo le elementari venni espulso dal catechismo perché facevo troppe domande alla povera suora, incapace di darmi valide spiegazioni alle mie comprensibili obiezioni (dopo essermi fatto fregare coi personaggi immaginari tipo Babbo Natale una volta, non volevo farmi fregare mai più, mica sono fesso). Tra tutti i personaggi pittoreschi e noiosi, ce n’era uno che non riuscivo proprio a capire: lo Spirito Santo. Sul fatto che Dio e Gesù sono la stessa persona non avevo grossi problemi, il concept di fondo dell’identità segreta dei supereroi mi era sin troppo chiaro, ma questo strano personaggio invisibile senza una motivazione convincente e completamente privo di backstory mi risultava davvero incomprensibile.
L’espulsione arrivò senza preavviso per somma di cartellini gialli a causa delle reiterate proteste: mi rifiutavo di accettare il mistero della fede come una spiegazione accettabile. Dopo essere diventato persona non grata, provai ad appellarmi alla convenzione di Vienna con scarsi risultati. La suora si limitò a spiegarmi che non avrei potuto finire il catechismo e quindi non avrei mai potuto sposarmi, che detto da una zitella acida che si credeva sposata con una persona immaginaria suonava davvero terribile.
Se sono un fortunato possessore di un album fotografico contenente le foto di me vestito da pirla fuori dalla chiesa il giorno della mia cresima, lo devo alla furia di mia madre che mi fece riammettere al catechismo per intercessione diretta del prete. Ricordo l’evento con sommo piacere perché si tratta dell’unica volta che mia madre mi ha dato ragione in vita mia.
A dire il vero, i miei problemi con la fede Cattolica erano iniziati un po’ prima, più precisamente durante la mia prima comunione, quando l’ostia mi s’incollò al palato come una ventosa, e non trovai una soluzione più efficace di staccare il corpo di Cristo con un dito e appiccicarlo sotto la panca della chiesa come una gomma da masticare. L’ultima volta che ho sentito il bisogno di Dio sono tornato a cercarlo proprio lì dove l’avevo lasciato, ma lui non c’era più. Il mistero della fede (o delle imprese di pulizie).
Ciononostante, sono fermamente convinto che la mia vita abbia uno scopo, anche se non ho ancora capito quale. Probabilmente, trovare lo scopo della mia vita è lo scopo della mia vita, il che a pensarci bene rende lo scopo della mia vita pienamente raggiunto in questo preciso instante. Decisamente un grande vantaggio per una persona pigra come me. D’ora in poi potrò finalmente dedicarmi ad attività un filo più concrete. Tipo scrivere sul blog. (CONTINUA)