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Dove sono

Dove sono

Sono originario di un triste paesino dell’Appennino bolognese dove ritorno più spesso di quanto dovrei ma meno di quanto potrei. Ho studiato a Bologna e Los Angeles. Vivo a Roma. Vorrei vivere a Vienna. Quando sono imbottigliato nel traffico, il mio istinto di autoconservazione mi convince che vivo alle Maldive.

Il paesello dove sono cresciuto si chiama Vergato. A dire il vero sono nato a Bologna, ma la frenesia della vita cittadina non mi si addiceva e dopo un paio di giorni ho deciso di trasferirmi in provincia. Vergato non deriva da verga (né Giovanni, né quella in mezzo alle gambe), bensì dal fantomatico tessuto vergato che veniva prodotto nella zona. Ecco, per avere la giusta prospettiva del paese basti pensare che questa è la cosa più interessante di Vergato, uno di quei posti talmente piccoli dove si conoscono tutti. Il problema è che ci conosciamo talmente bene che beviamo per dimenticarci, con l’inevitabile risultato che nessuno conosce più nessuno, un po’ perché siamo alcolizzati, ma soprattutto per via del fatto che quando decidiamo di fare qualcosa, la facciamo bene.

Vergato 14 aprile 1945
Vergato 14 aprile 1945, quando all’apice dello splendore richiamava molti turisti americani.

Io, comunque, quando non sono a Vergato o a Bologna vivo a Roma, la capitale del paese da cui provengo. Non Vergato. Parlo di quella strana nazione a forma di stivale a mollo nel Mediterraneo che si chiama Italia perché… non ne ho idea. Non so neppure perché Roma si chiama Roma, ma non perché sono ignorante, è proprio una cosa sconosciuta, anche se qua sono tutti convinti che derivi da Romolo, e io non ho il coraggio di dirglielo che è solo una leggenda senza fondamento… che poi a pensarci bene avrebbe più senso che derivasse da Remo, visto che si chiama Roma e non Romola. Questo giusto per rivalutare Vergato che sarà anche un posto minuscolo e irrilevante, ma almeno il suo nome ha un senso.

Roma non è un posto molto diverso da un paese di provincia, visto che l’inesistenza di mezzi pubblici e il traffico impossibile, rendono ogni quartiere un paesino dal quale gli abitanti non escono mai, se non per il rituale funebre dello spostamento a due o quattro ruote per andare al lavoro, e la trasferta del fine settimana per andare a Ostia o al lago. Credo che sia per questo che mi trovo a mio agio in questa assurda città nonostante le sue tre gravi piaghe che, per citare Johnny Stecchino, la diffamano agli occhi del mondo: la siccità, il traffico e il Vaticano, famoso per essere lo stato con il più basso tasso di crescita popolazione, pari allo 0,004%. In pratica, se non fossero contrari a profilattici e aborto, si sarebbero probabilmente già estinti.

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