Tanto tempo fa, durante la mia fase del positivismo logico, ideai una soluzione contro i calzini spaiati che all’epoca mi sembrò infallibile: comprarli tutti neri. Partendo dal postulato scientifico che mettendo in lavatrice un numero pari di calzini, ne esce sempre inevitabilmente un numero dispari, l’idea era quella di risolvere il problema accoppiando il calzino in eccedenza con la rimanenza della lavatrice precedente.
Certo che la mia teoria mi avrebbe portato come minimo un premio Nobel, ho iniziato a fare incetta di calzini invernali, estivi, lunghi e corti, tutti inevitabilmente neri, senza marchi, scritte, o elementi che li diversificassero tra loro. I miei cassetti della biancheria sono in breve tempo diventati l’espressione più pura del concetto di comunismo marxista.
Fino a quel momento avevo visto i calzini come delle specie di pappagallini inseparabili che una volta separati sarebbero andati incontro a morte certa, e invece di punto in bianco avevo risolto l’annoso problema mondiale degli sprechi del ramo calzettonistico. Ovviamente mi sbagliavo.
Avevo clamorosamente sottovalutato le sottili differenze tra le diverse marche di calzini: tessuto, spessore, lunghezza, bordi, righe, tallone, punta. Le differenze erano colossali, e all’improvviso, due calzini che in un cassetto di calzini multicolori potevano sembrare identici, in un cassetto di calze nere diventavano la quintessenza della diversità. La tragedia era che persino tra la stessa marca e modello, bastava qualche lavaggio in più per rendere due calzini usciti dalla fabbrica all’interno della stessa confezione, completamente difformi per lunghezza, consistenza, morbidezza, elasticità.
Le mie certezze iniziavano lentamente a vacillare: ero partito con l’intenzione di non sprecare energie nell’accoppiamento delle calze, e mi ritrovavo a doverli abbinare attentamente sotto una sorgente luminosa per scorgere le differenze altrimenti visibili solo all’atto pratico del rituale della vestizione, con drammatiche ripercussioni nella scaletta dei tempi d’uscita di casa nel momento in cui mi sarei trovato ad affrontare il trauma di trovarsi improvvisamente con due calzini spaiati. Cosa che accadeva sempre più di frequente e aveva finito per raddoppiare il mio problema di partenza.
Ecco perché, con l’esperienza, da qualche anno a questa parte ho iniziato a comprare calzini completamente diversi tra loro per colori e fantasie in modo che siano facilmente identificabili e accoppiabili. Scacchi, rombi, righe, disegni; gialli, vedi, rossi e blu. Ora i miei cassetti sono l’emblema della diversificazione e sembrano una pubblicità della Benetton di Oliviero Toscani.
E proprio ora che sto vivendo questo nuovo rinascimento spirituale fatto di calzini spaiati gettati nel cestino e facili abbinamenti post lavaggio, mentre riordino le fotografie di backup del mio iPhone, m’imbatto in una foto che cambia tutto. Per la precisione si tratta di uno screen shot, che ritrae un set di calzini stranissimi, coloratissimi e completamente diversi tra loro. Appena la vedo ho l’illuminazione: chi l’ha detto che i calzini devo essere identici? Secoli di pensiero unico dominante ci ha portato ad abbinare i calzini senza che nessuno ci abbia spiegato perché. Il mercato capitalistico, big pharma e i man in black, ci hanno convinti dell’assoluta necessità di abbinare le calze per soggiogarci al volere delle multinazionali del tabacco.
O qualcosa del genere. La teoria non l’ho ancora elaborata a dovere, fatto sta che oggi so che è giunto il momento di ribellarmi all’omologazione delle calze e c’è solo un modo per farlo: comprare quei calzini. Come la mela caduta in testa a Newton, il mio screen shot effettuato presumibilmente per documentare le assurdità che la gente vende online, si è rivelato la svolta della mia teoria scientifica. Ora non mi rimane altro che acquistare i calzini e svoltare la mia vita.
C’è un solo problema. Non conosco la marca e neppure il negozio online che li vende. Era probabilmente una di quelle pubblicità che compaiono su Facebook o su qualche sito random che non ho pensato di memorizzare perché in quel momento l’ultima cosa che mi passava in mente era indossare calzini diversi tra loro. All’epoca, la sola idea di calzare qualcosa non in coppia mi avrebbe fatto implodere il cervello. Ora, invece, non so quanto darei per scoprire dove poter acquistare quei calzini.
Che problema c’è? Direte voi. Compra dei calzini e spaiali.
Ingenui. C’è un motivo se non siete postulatori di teorie calziarie come il sottoscritto. Per essere spaiato, il calzino deve nascere spaiato. Se al mondo esiste il suo gemello, il pensiero di camminare per strada indossando un solo componente della coppia è sufficiente per creare gravi problemi cardiovascolari, roba che un giorno ti svegli morto per un calzino spaiato sei anni prima.
È per questo che l’unica soluzione è scoprire dove si possono acquistare i calzini che vedete nella foto. Chiunque è in grado di fornire indizi utili all’acquisto verrà lautamente ricompensato e riceverà una coppia perfettamente abbinata del mio libro Come abbinare i calzini spaiati in edizione autografata, limitata, intarsiata, cesellata, decorata.