Mi chiamo Andrea Bacci. Ho il nome di uno degli apostoli ma giuro che non sono parente. Se l’avete già sentito non è certo perché sono famoso, semplicemente, ho uno dei nomi di battesimo più banali che esistano e un cognome molto comune in alcune zone d’Italia, il che trasforma automaticamente il mio nome in una specie di déjà vu.
Per dare la misura di cosa significa avere un nome banale, anni fa sono stato contattato da un Andrea Bacci che voleva creare un gruppo di Facebook con tutti gli Andrea Bacci d’Italia. Ovviamente non gli ho mai risposto, quindi non ho idea se la sua ammirevole iniziativa sia andata in porto. Il più famoso della nostra stirpe è l’Andrea Bacci nato nel 1524 e morto nel 1600, che Wikipedia definisce: “un filosofo, medico e scrittore italiano che si autodefinì Andrea Baccius Philosophus, Medicus Elpidianus et Civis Romanus”. Questo giusto per far capire come stanno messi i miei omonimi.
“Andrea Baccius Doctus in disciplinis artis, musicae et spectaculum”.
Il vantaggio di avere un nome comune è che non perdi tempo a girarti quando senti chiamare il tuo nome. Lo svantaggio, è che non ti giri mai quando senti chiamare il tuo nome, quindi le rare volte che stanno chiamando proprio te, finisci inevitabilmente per snobbare chiunque, finendo per alienarti amici, parenti, sconosciuti e conoscenti.
Quando i miei genitori mi raccontarono di avermi chiamato Andrea dopo aver visto Lo chiameremo Andrea di Vittorio De Sica, mi sembrò molto figo chiamarmi come il film che all’unanimità la critica considera più brutto di De Sica. Il mio nome aveva finalmente senso. Dopo anni che raccontavo orgoglioso questa storia, però, i miei genitori ritrattarono affermando che non avevano ricordo neppure di aver visto il film. Forse c’è un motivo se la gente tende a chiamare i figli con nomi tratti da film indimenticabili.
“Lo chiameremo Ladri di biciclette”.
C’è una cosa che però ho sempre amato del mio nome: può essere sia maschile che femminile. Il che è un grande vantaggio in caso di cambio di sesso, visto che non occorre rifare i documenti d’identità. Per via di questa peculiarità, tanti anni fa il mio sogno era sposarmi con una donna di nome Andrea e chiamare nostro figlio Andrea indipendentemente dal sesso, poi ho capito che era una cosa stupida. Non l’idea del nome, l’idea di sposarmi. Il mio sogno è quindi ben presto diventato chiamare mia figlia Nella. Bacci Nella. Un nome estremamente inclusivo che fa molto modella curvy. Però ho ben presto capito che era una pessima idea… fare figli, visto che odio i bambini.
Per lungo tempo ho creduto di essere una brutta persona, poi ho capito che non detesto i bambini in quanto tali, ma solo in quanto esseri umani. Il che mi rende il cattivo ideale per qualsiasi film con un budget superiore ai sette zeri. Però adoro i gatti. Il che mi rende il cattivo ideale esclusivamente per i film di James Bond, Austin Powers e tuttalpiù dell’Ispettore Gadget.
È probabilmente questo uno dei motivi per cui a un certo punto della mia esistenza sono andato a vivere a Hollywood, dove finalmente il mio nome, lungi dall’essere comune, era diventato persino esotico. L’unico inconveniente era che tutti credevano fossi una donna, almeno prima d’incontrarmi di persona, era per quello che accompagnavo sempre il mio nome con una fototessera. Il risultato è che adesso so esattamente come ci si sente a essere una donna discriminata sul lavoro, che ha un solo modo per sperare nell’assunzione: mettere la propria foto sul curriculum per dimostrare di essere un uomo. (CONTINUA)